L’artista riprende uno dei suoi temi preferiti, l’Angelo profano, e aggiunge all’acquaforte l’intervento ad acquerello.

Recentemente ha visitato il Museo di Mozia, dove è collocato anche il famoso “Efebo”, ritrovato negli scavi della piccola isola siciliana alla fine del secolo scorso.

Nelle teche del museo ha individuato un piccolo frammento di vaso policromo del IV° sec. A.C. raffigurante un giovanetto alato, un vero e proprio Angelo, presente dunque nell’immaginario artistico, molto prima che il Cristianesimo lo trasformasse nell’attuale “Angelo” della tradizione.

 

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